Parte da Portofino la medicina high tech

Un sistema digitalizzato e integrato tra ospedale, territorio, domicilio e ambiente, già predisposto per il 5G, che parte da Portofino. Si tratta di un progetto di ospedale diffuso, nato da una collaborazione tra pubblico e privato, avviata fra la Regione Liguria, con la Asl4, e Fibering, società di telecomunicazioni rivolta al mercato b2b, con sedi a Milano, Torino e Genova (e recentemente entrata nel numero delle società Elite, il private market di Borsa italiana). Un primo step del progetto è stato realizzato a fine giugno, con l’apertura di Portofino punto salute, un prototipo di ambulatorio digitalizzato che propone un modello integrato con gestione unitaria di diverse funzioni di medicina a distanza: televisita, teleconsulto, telemonitoraggi, teleriabilitazione, sensoristica avanzata domiciliare, sistema multiparametrico di monitoraggio per attività esterne e ambientali. Ma anche attività come coordinamento della presa in carico delle persone e delle comunità, riconciliazione farmaceutica e raccolta di dati a fini di studio di popolazioni.

«Il prototipo - spiega Elio Romagnoli, ceo di Fibering – vede coinvolti l’ospedale di Lavagna (hub della Asl4), il Punto salute Portofino e automediche da inviare sul territorio della Asl4. I vari soggetti saranno collegati con fibra ottica, wireless dedicato e Lte (4G) privato». Romagnoli aggiunge che il progetto «è stato sviluppato già in modo da poter utilizzare la tecnologia 5G e ha a disposizione tre automediche predisposte per quel tipo di trasmissione. Anche gli operatori saranno dotati di uno zainetto con attrezzature 5G. L’obiettivo del direttore generale delle Asl4, Paolo Petralia, era di poter raggiungere anche le zone rurali del territorio. E per quello il 5G è la ciliegina sulla torta. Certo la tecnologia ancora non è attiva: bisogna aspettare che gli operatori facciano l’upgrade necessario. Senza contare che il 5G oggi è in grado di portare dati fino a 10 gigabit ma la media italiana è molto più bassa: 100 mega, con punte di 400».

In attesa, comunque, che il sistema più avanzato venga attivato, si utilizzerà fibra ottica, wireless, Lte e ponti radio. «Il prototipo – afferma Romagnoli – può partire anche senza 5G ma è chiaro che nel momento in cui quel tipo di copertura verrà data, si farà un grande salto in avanti».

Con questo progetto sperimentale, dice a sua volta Petralia, «integriamo due prospettive: da un lato, la messa in rete tra diversi modelli e tecnologie innovative in campo medicale, e dall’altro, la riorganizzazione dei percorsi e dei processi di prevenzione, riabilitazione e cura, in modo tale che siano fruibili anche a distanza».

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